Il patrimonio culturale nella scuola dell'autonomia

Il patrimonio culturale nella scuola dell'autonomia

Por Maria Lucia Carani

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Sinopsis

Nella società della conoscenza listruzione viene oggi pensata e praticata come bene comune e diviene oggetto di preoccupazione e cura del sistema scolastico, ma anche dei molteplici soggetti territoriali, produttivi e culturali, tramite azioni condivise e sinergiche.In base al contesto di riferimento la scuola dellautonomia, non più chiusa in se stessa in programmi definiti, rigidi, strutturati, bensì sempre più aperta e sensibile ai bisogni cognitivi e culturali, individuali e sociali di ogni persona che vive nel globale e nel locale, valida la propria proposta educativa basata sullacquisizione di competenze per la vita. Le istituzioni scolastiche rivestono importanza strategica per leducazione del cittadino e per lo sviluppo del territorio; ne va pertanto esaltata la mission di pratica della partecipazione e della costruzione di reti di attori sociali, per il benessere e il successo di ognuno. La scuola viene concepita come servizio, uscendo dallisolamento e collaborando con le istituzioni,  le agenzie culturali, le famiglie; orienta la propria progettualità attraverso lelaborazione di proposte educative che si modellino alle esigenze della popolazione e alle competenze necessarie per il progresso di unarea geografica; assume insomma un nuovo ruolo che dialoga, si confronta, riflette allinterno di un sistema di governance locale, di servizi erogati sul territorio, mettendo listruzione e la formazione alla base della sua crescita.Porre la cultura al centro della comunità e sottolineare il suo essere un diritto si lega ai concetti di bene comune, interesse pubblico, uguaglianza, inclusione e pari dignità sociale. Lambiente, il paesaggio, i beni culturali rappresentano un insieme unitario che va a coincidere con il territorio, costituendo un tuttuno con la cultura, larte, la ricerca.Le molteplici necessità che affiorano in riferimento a ciò possono servirsi di uno strumento eccezionalmente adatto a favorire le nuove metodologie didattiche: il patrimonio culturale. Esso risulta capace di motivare gli studenti, portandoli a prendere coscienza delle problematiche del luogo in cui vivono, a interagire con gli esperti che vi operano, a essere parte attiva nella conservazione della memoria e della rivitalizzazione del tessuto urbano e collettivo, a diventare protagonisti della tutela e della valorizzazione. Permette inoltre di superare i tradizionali confini delle discipline scolastiche e di utilizzare metodologie innovative e partecipative, portando alladozione di un modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità nel rapporto uomo-natura, sulla cittadinanza attiva e responsabile, sulla memoria della storia come fondamento del futuro, sul confronto e il rispetto delle diverse identità culturali.Questo lavoro volge a dimostrare tale assunto e come i beni culturali possano costituire elementi intorno ai quali ricostruire il senso didentità di una popolazione. Nel caso particolare si riporta lesperienza della città dellAquila, sconvolta dal sisma del 2009, per riflettere, a dodici anni di distanza, su come in una zona devastata, nel momento di più profonda crisi e incertezza, in cui erano andati perduti tutti i riferimenti sociali e civici, la scuola abbia rappresentato forse il primo e unico punto fermo per i ragazzi e per la popolazione intera. Attraverso riflessioni ed esempi di buone prassi, il testo è utile per arricchire lofferta formativa e suggerire nuovi percorsi di educazione civica.Si confronta, infatti, con le tematiche, attualissime, legate alla qualità della vita e alla sostenibilità ambientale, al sentirsi parte di una collettività e allagire in maniera consapevole; favorisce, inoltre, literazione fra scuola ed enti, amministrazioni, associazioni, secondo una logica innovativa che affida a tali produttivi rapporti il ruolo di volano di crescita di un intero habitat umano.

Maria Lucia Carani