Computer scuola e formazione (1996)

Computer scuola e formazione (1996)

Por Alberto Pian

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Sinopsis

Nel 1996 usciva il mio primo libro. La prima parte parlava di temi poco conosciuti che prefiguravano scenari oggi in gran parte noti. Come potrai vedere questo testo è digrande attualità oggi. Infatti, avrai sentito parlare spesso direaltà virtualedeclinata in varie forme (aumentata, immersiva, parallela, ecc.) e di mirabolanti soluzioni, anche didattiche, che si otterrebbero con queste "nuove" tecnologie, che quel libro prendeva in considerazione già 25 anni fa! In effetti per poter proporre sempre nuovi prodottic'è bisogno di "filosofie" che ne supportino l'utilizzo. Ma, ci chiediamo: da dove hanno origine queste "filosofie"? Risposta:dalle elaborazioni degli anni novanta,quelle che, precisamente, avevo sottoposto acriticaal loro primo apparire. Ed ecco che con questa ripubblicazione, potraiscoprirecose interessanti in merito alla realtà virtuale, perfino alla creazione di nuove religioni, o alle tecnologie militari, passando dall'architettura liquida, al telelavoro e alla teledidattica, tutti argomenti che prendevo in considerazione quando stavano sviluppando i loro primi passi e chetu ora puoi confrontare con gli sviluppi odierni. In effetti spiegavo che le tecnologie non sono neutre, che dipendono dai sistemi di produzione e che sono oggetto di un enorme business che ne determina l’impiego e ne condiziona la ricerca. Spiegavo anche che per coprire questa verità venivano elaborate, appunto, una serie di ideologie a cui ho prima accennato, nell’ambito di quello che era chiamato “ciberspazio” (o cyberspazio , all’americana). Quindi criticavo il ruolo delle tecnologie, criticavo le ideologie che lo supportano e lo facevo da appassionato e grande utilizzatore delle cosiddette “nuove tecnologie”. Oggi, in piena pandemia, con le persone che muoiono perché non ci sono i “mezzi” (sic!), per arrestare la diffusione del coronavirus, che le scuole sono chiuse, che la sicurezza dei lavoratori è semplicemente un mito, che sembra che un’altra ventata mistica sospinga il telelavoro e la teledidattica (oggi chiamati con termini quali lavoro facile, easy, didattica a distanza), mentre in tutto il mondo centinia di milioni di persone non dispongono dei mezzi necessari, certamente non perché non ci siano - o non ci potrebbero essere - le tecnologie idonee per impedire questo flagello, quello che scrivevo nella prima parte di questo libro, è di nuovo attuale. In ogni caso, sta al lettore giudicare.

Alberto Pian