La città senza cielo

La città senza cielo

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Por Jean Malaquais

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Sinopsis

Portoni che si moltiplicano a perdita d’occhio lungo i  corridoi labirintici  dei palazzoni, il ritmo serrato imposto dall’ Istituto nazionale per la bellezza e l’estetica : un palazzone a settimana, venticinque minuti per ogni cliente, centoventicinque secondi per passare da un portone all’altro. Quando  Pierre Javelin , piazzista di cosmetici e lozioni di bellezza, anziché firmare col suo nome, scarabocchia segni indecifrabili sui documenti per ottenere un aumento di paga, si rende conto che quella  semplice sbadataggine  – ma si può davvero sbagliare la propria firma senza volerlo? – è invece l’espressione di un  sentimento di ribellione  segretamente covato, quasi ignoto persino a lui stesso, contro gli inutili obblighi di un’esistenza anonima. Rientrato a casa alla sera, scopre che la chiave del suo portone non gira nella toppa. Gli apre una coppia di sconosciuti, che sostengono di vivere lì da anni. Sua moglie è scomparsa assieme alla casa. Cosa è successo? È forse impazzito? No,  la realtà è davvero quella , e l’errore non è nient’altro che lui,  piccola rotella impazzita  dell’ingranaggio inarrestabile e immodificabile che è la Città:  la Città dei casermoni di cemento  tanto alti da non lasciar vedere il cielo, la Città che teme le ribellioni dell’anima e inghiotte gli individui privandoli di coscienza e identità. E comincia così per  Pierre Javelin  una discesa all’inferno fatta di incontri bizzarri, burocrazia assurda, archivi irraggiungibili, strambi istituti dove ci si fa sconsigliare dalle scelte, uffici amministrativi dove si sta in fila come barattoli su un nastro di scorrimento; un viaggio irrazionale e distopico (il romanzo, del 1953, è stato più volte paragonato a  1984  di  Orwell  e a  Il processo  di  Kafka ) dove ogni passo in avanti per riallacciare i fili della propria vita è respinto dalla forza oscura della Città che tenta con ogni mezzo di ricacciare la testa dei suoi cittadini nell’ inchiostro nero  dell’impersonalità. Con la storica prefazione di Norman Mailer.

Jean Malaquais